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L’INPS: cos’è e come funziona
Come ben saprai l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Ma cosa predispone lo Stato in cambio dei contributi versati ai cittadini lavoratori?
Il diritto della previdenza sociale, ovvero tutte quelle attività che hanno l’obiettivo di assicurare ai cittadini la possibilità di far fronte a particolari difficoltà, o di fornire i mezzi di sussistenza necessari alla fine della vita lavorativa.
In Italia la più vasta organizzazione previdenziale è rappresentata dall’INPS, l’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. È un ente pubblico non economico che eroga servizi, ed è sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero del Tesoro.
L’INPS ha il compito di:
- Fornire prestazioni previdenziali e prestazioni a sostegno del reddito (assistenziali) in favore dei lavoratori in caso di sospensione o interruzione del rapporto di lavoro;
- Assicurare sostegno economico in favore delle fasce di popolazione più deboli, attraverso prestazioni di natura assistenziale;
- Erogare indennità nei casi previsti dalla legge;
- Curare l’acquisizione dei contributi previdenziali dovuti alle diverse gestioni da parte di lavoratori e datori di lavoro.
Come vengono finanziati questi servizi? Per riuscire a pagare le pensioni l’INPS si finanzia per il 70% attraverso i contributi obbligatori, cioè l’aliquota che viene applicata al reddito imponibile di un lavoratore (sia dipendente che autonomo), e il 30% restante attraverso trasferimenti da parte dello Stato.
Cosa sono le prestazioni previdenziali?
Le prestazioni previdenziali, solitamente il principale servizio erogato dall’INPS, sono un trasferimento di denaro che avviene in seguito al versamento dei contribuiti nel momento in cui si verifichino determinati eventi, quali:
- Raggiungimento dell’età pensionabile e di una specifica anzianità contributiva;
- Perdita della capacità lavorativa o la riduzione della stessa;
- Decesso.
Vediamo quali sono le principali pensioni erogate dall’INPS:
- Pensione di vecchiaia: si ottiene al raggiungimento dei 67 anni di età anagrafica, sia per le donne che per gli uomini, con un minimo di 20 anni di età contributiva di qualsiasi tipologia;
- Pensione anticipata ordinaria: il requisito contributivo è stato fissato a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne;
- Quota 103: permette l’accesso al trattamento pensionistico con 41 anni di contributi versati e 62 anni d’età maturati entro il 31 dicembre 2023;
- Opzione Donna: richiede almeno 35 anni di contributi e un’età anagrafica pari a 58, se dipendenti, e a 59, se autonome;
- Lavoratori precoci: dedicata a coloro che hanno versato almeno 12 mesi di contribuzione precedentemente il raggiungimento del 19° anno di età, e che si trovino in condizioni di disoccupazione;
- Assegno ordinario di invalidità: spetta a colui che viene riconosciuto invalido con una riduzione della capacità lavorativa a meno di 1/3, che è iscritto all’assicurazione da almeno 5 anni e che abbia almeno 5 anni di contribuzione, di cui almeno 3 nel quinquennio precedente la domanda di assegno;
- Pensione ordinaria di inabilità: l’assicurato deve essere riconosciuto inabile (assoluta o permanente incapacità di lavorare), deve essere iscritto all’assicurazione da almeno 5 anni con almeno 3 anni di contribuzione nel quinquennio precedente, non deve essere iscritto a nessun albo professionale;
- Pensione ai superstiti: trattamento destinato ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato o dell’assicurato.
Prestazioni assistenziali a sostegno del reddito
Le prestazioni assistenziali, a differenza di quelle previdenziali, non sono legate a requisiti contributivi ma sono finanziate dallo Stato attraverso le tasse. L’obiettivo è quello di individuare un bisogno e offrire un sostegno economico a chi è in difficoltà, per questo si tratta di un servizio usufruibile solo da chi presenta determinati requisiti di reddito, patologie o situazioni familiari a rischio.
Tra i principali trattamenti assistenziali troviamo: l’Assegno al nucleo familiare, il Reddito di Cittadinanza, la Carta Acquisti, Assegno Unico ai figli, la NASPI per la disoccupazione involontaria.
Chi ha l’obbligo di iscrizione all’INPS?
Hanno l’obbligo di iscriversi all’INPS tutti i lavoratori dipendenti (pubblici e privati), ma anche i lavoratori autonomi e le ditte individuali, fatta eccezione dei liberi professionisti che hanno una loro cassa di previdenza specifica.
Nel caso dei lavoratori dipendenti, una volta assunti e iscritti all’INPS, spetta al datore di lavoro versare i contributi previdenziali. Nel caso di mancato versamento sono previste delle specifiche sanzioni.
Tra i lavoratori autonomi che hanno l’obbligo di iscriversi all’INPS rientrano anche i lavoratori autonomi occasionali, ma solo se percepiscono un reddito annuo superiore a 5.000 euro.
Infine, i liberi professionisti che non hanno una loro cassa specifica si possono iscrivere alla Gestione Separata INPS oppure alla Gestione Commercianti e Artigiani. Più precisamente, alla Gestione Separata generalmente ricorrono:
- Consulenti;
- Freelance;
- Collaboratori coordinati e continuativi (co.co.co);
- Lavoratori autonomi occasionali, il cui reddito sia superiore ai 5.000 euro;
- Lavoratori parasubordinati;
- Prestatori di lavoro occasionale accessorio;
- Venditori a domicilio con un reddito superiore ai 5.000 euro;
- Beneficiari di assegni di ricerca e di borse di studio per la frequenza dei corsi di dottorato di ricerca;
- Medici con contratto di formazione specialistica;
- Spedizionieri doganali non dipendenti;
- Amministratori locali;
- Volontari del servizio civile nazionale.
Perché assicurarsi se c’è l’INPS che paga?
Le prestazioni INPS, come abbiamo visto, vengono erogate in seguito al pagamento dei contributi da parte dei lavoratori. Il problema è che attualmente l’INPS non sta incassando abbastanza, soprattutto a causa di:
- Bassa natalità e aumento della speranza di vita: i pensionati in Italia sono molti di più rispetto ai lavoratori;
- Percorsi formativi sempre più lunghi;
- Contratti di lavoro brevi e precari che causano irregolarità nei versamenti contributivi.
Nonostante ciò, le prestazioni che l’INPS eroga non sarebbero in ogni caso sufficienti per coprire tutte le spese ordinarie e straordinarie.